Il Comune di Palermo, la Cultura e la selezione dei progetti: “L’Avviso pigliatutto” che fa magie
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È l’Avviso di manifestazione di Interessa approvato con la determinazione dirigenziale N. 3805 del 12 marzo 2025 e recita così: Manifestazione di interesse per la programmazione annuale di manifestazioni, eventi, iniziative culturali, religiose, artistiche, rappresentazioni volte alla promozione delle tradizioni popolari, del territorio e delle borgate marinare.
Sulle proposte progettuali si apre una maglia infinita, dove ogni cosa può assumere significati diversi, dove tutto diventa discrezionalità.
Le tipologie di attività su cui punta sono:
- Eventi Culturali: Concerti, Convegni, Mostre, Premi Letterari, Festival in ambito teatrale, musicale, e di danza, Festival letterari, mostre di fotografia, giornate di studio ecc.…)
- Eventi culturali ed iniziative con ricaduta in ambito turistico (fiere per la promozione delle manifestazioni di particolare prestigio ed importanza della Città) per offrire un’esperienza autentica legata alle tradizioni che promuovono la cultura e l’identità siciliana (sagre, mostre, spettacoli folkloristici, festeggiamenti e memorie delle borgate marinare ecc.…)
- Eventi Religiosi: manifestazioni che celebrano tradizioni religiose locali (festeggiamenti patronali, processioni, celebrazioni liturgiche, ecc.…).
Perché arrivo a questo Avviso fantastico? Perché accade qualcosa che mi turba nel mio essere fedele, credente: l’Acchianata di Santa Rosalia del 3 e 4 settembre, momento religioso tanto atteso dai devoti dopo i fasti folkloristici del Festino di luglio, viene snaturata e trasformata dall’amministrazione comunale in un Festino 2 con una manifestazione dal titolo “L’Acchianata delle Rosalie”: esibizioni artistiche, musiche, canti per tutto il percorso, per tutte le stazioni, luminarie, workshop fotografici, addirittura i presentatori e chi più ne ha più ne metta.
Senza alcun rispetto per i fedeli che ogni anno, attendono questo pellegrinaggio al santuario, quindi un luogo sacro, per portare in quel cammino le proprie intenzioni, le proprie fragilità, angosce e speranze, nel silenzio interiore e nel silenzio di quel luogo, dove a far compagnia c’è solo la voce della gente, i respiri affannati, le preghiere, i versi degli animali della montagna.
Così decido di scrivere una lettera all’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice per chiedere un suo intervento affinché tutto questo non si verifichi più e venga tutelato il senso profondo dell’Acchianata, uno di quei pochi "spazi" sacri e semplici che ancora r-esistono e proprio per questo da proteggere.
Arriviamo così all’Avviso pigliatutto, al quale l’associazione Kleis partecipa con un progetto dal titolo Acchianata delle Rosalie, che viene selezionato dal dirigente.
Solo che, nonostante l'avviso abbia messo dentro di tutto aprendo così alla possibilità di far partecipare qualunque progetto secondo un criterio discrezionale, L’Acchianata di Santa Rosalia non rientra nelle categorie dell’avviso. È un pellegrinaggio spontaneo e continuo verso un Santuario: non è festeggiamento patronale, non è processione organizzata, non è celebrazione liturgica. Non ha un comitato, una scaletta o una "regia" civile; esistono la libera pratica dei fedeli e la competenza dell’autorità ecclesiastica sul culto. Il Comune può garantire sicurezza, pulizia e viabilità ma inquadrare il momento dell'Acchianata nell’avviso per ‘manifestazioni ed eventi’ al pari di sagre e kermesse, appare una forzatura che piega un atto di fede alla logica discrezionale e sovrappone competenze con l’autorità ecclesiastica.
Torniamo all'evento. L'associazione Kleis il 27 agosto 2025 presenta la proposta per la manifestazione che si sarebbe svolta il 3 e 4 settembre.
Presenta anche un piano di costi per un totale di 164.700 euro così divisi:
Cachet artisti: € 55.000
Agibilità e SIAE: € 20.000
Coordinamento, piano sicurezza/sanitario, autorizzazioni, servizi igienici, luminarie, fornitura Enel: € 15.000
Service audio/luci, noleggio palchi e sedie, allestimenti e catering: € 20.000
Segreteria organizzativa: € 7.000
Ufficio stampa e comunicazione: € 10.000
Mostra/catalogo: € 8.000
Totale: € 135.000 + IVA (29.700) = € 164.700
Dall’albo pretorio comunale pubblicato sul sito, non emerge alcun elenco di altre proposte arrivate. Ufficialmente, l’unica a presentarsi sarebbe stata l’associazione Kleis e dalla determinazione firmata dal dirigente Gaspare Simeti sembra proprio che non ce ne siano state altre. Ho provato ad avere chiarimenti su questo e altri aspetti, inviando una richiesta dettagliata giorni fa, sia al dirigente Simeti che agli uffici del sindaco e dell’assessore a capo dell’Area della Cultura, ma non ho avuto alcun riscontro.
Ad esempio, nella determinazione con l’impegno di spesa, il dirigente attesta “l’infungibilità del progetto”, ai sensi dell’art. 76 del codice degli appalti. Cioè lo qualifica come un servizio irripetibile, non sostituibile, l’unico capace di soddisfare quel bisogno. In pratica dice che solo quel progetto poteva realizzare l’Acchianata così, e che nessun’altra proposta sarebbe stata “confrontabile”. Ma allora che senso ha avuto pubblicare un avviso di manifestazione di interesse, che per definizione presuppone la possibilità di ricevere e valutare più proposte?
Ma si leggono anche altri punti non chiari, talmente non chiari che la stessa Ragioneria Generale nel certificato di copertura finanziaria ha sollevato delle osservazioni critiche sia su questo che sull’utilizzo della tassa di soggiorno per finanziare questi eventi, specificando che si tratti di una “destinazione vincolata”. Osservazioni e dubbi e successivamente confermati dal segretario generale nel parere di regolarità. Per legge questi fondi dovrebbero servire a finanziare servizi turistici, manutenzione di beni culturali, promozione e accoglienza.
Nelle “note”, la Ragioneria generale:
- ricorda che il Comune affida progetti culturali di terzi (associazioni, fondazioni, scuole…) senza un regolamento specifico, cosa che la legge (art. 12 L. 241/1990) invece richiederebbe per fissare criteri trasparenti e motivati. Che già in altre occasioni ha segnalato come al Comune di Palermo manchi un regolamento chiaro sull’erogazione di contributi e sull’uso dei fondi della tassa di soggiorno, invitando più volte a colmare questo vuoto.
Senza uno strumento del genere, ogni decisione resta affidata alla discrezionalità dei dirigenti che si limitano a richiamare le soglie del Codice degli Appalti, il quale consente procedure semplificate anche per importi elevati.
- mette nero su bianco che l’infungibilità proclamata da Simeti rientra in una prassi già criticata in passato (richiama due note della Ragioneria, 2018 e 2024), dove era stato segnalato ai dirigenti di “usare molta prudenza” perché spesso è solo un modo per giustificare affidamenti diretti. La Ragioneria prende atto che, ancora una volta, la spesa è stata giustificata con la formula dell’infungibilità. Ma ricorda che già in passato aveva messo in guardia i dirigenti.
- ammette la eventuale compatibilità con la tassa, ma lo fa con cautela, ribadendo che andrebbe applicata la programmazione prevista dal regolamento comunale e dalle note sindacali.
- usa parole forti: “Si ritiene, altresì, doveroso e indifferibile segnalare con la massima fermezza che il presente provvedimento di impegno di spesa con contestuale affidamento diretto si colloca all'interno di un contesto più ampio, caratterizzato da analoghi e svariati affidamenti diretti, connotati da un evidente frazionamento” e aggiunge che “Tale modus operandi suscita significative perplessità rispetto ai principi di economicità, trasparenza e corretta gestione delle risorse pubbliche e richiede un'attenta valutazione da parte degli organi competenti”.
- chiude precisando che la validità della spesa e la sua esigibilità sono “sotto la responsabilità esclusiva del dirigente proponente”.
Nella determina pubblicata sul sito del Comune solo giorno 9 settembre, quindi cinque giorni dopo la fine dell’evento, il dirigente allega un visto contabile del ragioniere generale in bianco, ovvero un foglio prestampato con su scritto: “Sulla presente determinazione SI APPONE ai sensi dell'art. 183 comma 7 e 147 bis, comma 1 del Decreto legislativo n. 267/2000, il visto di regolarità contabile con attestazione di copertura finanziaria nei termini di cui all’allegato certificato d’impegno”. Non viè alcuna data, tantomeno un numero di protocollo, o qualche riferimento alla determinazione dirigenziale. Un foglio senza alcun valore quindi, eppure allegato, e che riporta in calce il nome del ragioniere generale e che è sottoscritto digitalmente dal dirigente.
Per chi non lo sapesse, il visto contabile è l’atto con cui il ragioniere generale certifica che la spesa è coperta e “bollina” definitivamente la determina. La norma (art. 183, c. 7 TUEL) dice che deve essere apposto prima che l’atto diventi esecutivo, in teoria, prima che l’evento si svolga o che vengano firmati contratti. La norma non riguarda i tempi del saldo ma serve a garantire che la copertura finanziaria sia formalizzata prima di assumere obblighi e far svolgere l’evento.
Il visto contabile a posteriori vuol dire che l’Acchianata delle Rosalie si è svolta senza la certezza preventiva delle risorse. Non basta infatti che il 2 settembre la Ragioneria Generale avesse già firmato il certificato di impegno, attestando che i soldi c’erano perché il visto di regolarità contabile del ragioniere generale è l’atto che dà piena efficacia al provvedimento e lo rende esecutivo. Senza, la spesa rimane “sospesa”.
Non a caso la determina lo allega come documento necessario.
Tutto pronto, conferenza stampa fissata, eppure ancora non esiste quel documento che dice che il progetto è stato accettato e sarà finanziato, ovvero la determinazione dirigenziale con l’impegno di spesa che viene firmata tre giorni dopo la conferenza stampa, il 1° settembre.
Il certificato di impegno di spesa della ragioneria generale arriva invece il 2 settembre.
Il visto contabile del ragioniere generale arriva il 9 settembre, a manifestazione conclusa da 5 giorni.
Dimmi se questa è, o non è, magia.
Di certo, qui, Santa Rosalia non c’entra nulla e non vuole entrarci.
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